Moviarte c’è
Caro Maestro vengo con questa mia addirvi … addirvi una parola …
… che la notte del lavoro narrato è una cosa seria e come ogni cosa seria la si può fare con allegria. Senza perdere la tenerezza, diceva Che Guevara, bisogna lottare e il lavoro è lotta, il lavoro è fatica, tu mi capisci vero? Lo dico nel senso napoletano del termine. E tu si nu grand napulitan, Maestro!
A’ fatic è na cosa seria e come ogni cosa seria, noi napoletani, ci ridiamo su.
Sì, non è il classico luogo comune: è proprio accussì. Senza ridere, pare, noi non sappiamo fare altro. Agli occhi di chi non ci conosce, possiamo fare solo questo: ridere. Noi siamo quelli che vogliamo la spazzatura per strada, noi siamo quelli che vogliamo la camorra, noi siamo quelli che, il rispetto delle regole è roba per i “femminucce”.
No, siamo strani, quello sì, è vero. In parte non vogliamo crescere. Tanti di noi si rifiutano di farlo. E allora strano per strano, noi, la Notte del lavoro narrato, a’ famo strana: ridendo. Con proiezioni di video tragicomici di colloqui di lavoro; leggeremo storie che ci sono arrivate e che ci faranno scompisciare dalle risate, guarderemo pubblicità progresso fatte da bambini. Leggeremo storie che, sempre senza perdere la tenerezza, ci faranno arrivare con una lacrima di risate, ma sempre di una lacrima si tratta, alla memoria di tante morti bianche mai denunciate.
Caro Maestro, ci sarà pure la musica. Ci saranno gli scrittori e gli attori, ci saranno i nostri sostenitori e il nostro cuore. Un pensiero andrà al grande Troisi, che da qui ad un mesetto ricorrerà il ventennale della sua infame scomparsa.
Grazie a Te e a tutti quelli che hanno lavorato per questo grande evento. Grazie.
Francesco, Viviana, Moviarte.