Il 30 Aprile Siano c’è

di Sabato Aliberti
mopolis

Si avvicina il 30 aprile, la notte del lavoro narrato, rispettato, valorizzato. In moltissime città, italiane e non, si raccoglieranno nelle case, nei bar, nei circoli e nelle associazioni, centinaia di persone per sottolineare l’importanza del fare bene le cose, della soddisfazione che si riceve dal lavoro fatto con dignità, qualunque esso sia, del lavoro il cui valore non è meramente economico ma è dato dal riconoscimento dell’operosità e dal valore propulsivo e gratificante per le persone e per la comunità. Del lavoro come legittimazione sociale, come emancipazione universale dell’individuo, creatore di identità, reputazione e riconoscimento , non di rado anche, di una intera comunità.
Nella notte del #lavoronarrato si racconteranno centinaia di fatti e vicende che attraverseranno secoli di storia dell’”homo faber”. Dell’Uomo che, consapevole e capace di costruire il proprio destino, con le sue azioni ha lottato contro la miseria e il bisogno facendo del lavoro l’essenza stessa della propria esistenza, attribuendo ad esso senso e significato al suo cammino in questa vita.
In quell’occasione, immagino, si racconterà dei tanti lavori come quelli pre-industriali, alcuni scomparsi, come: il vinattiere, il tintore, l’oste, il pellicciaio, il bottaro, il chiavaiuolo e ferraiuolo, il beccaio, lo speziale. Altri che ancora sopravvivono come quelli di: contadino, bracciante, mercante,”casalinga”, minatore, prete, allevatore, boscaiolo, pastore, falegname, calzolaio, fabbro, fornaio, pastaio, medico, giudice, notaio, sarto, banchiere… Si racconterà dei lavori dell’epoca industriale: operaio, operaio specializzato, metalmeccanico, elettricista, idraulico, spazzino, bancario, meccanico, chimico, biologo, impiegato, sindacalista, imprenditore, manager, ricercatore, avvocato, commercialista, scienziato, ingegnere…; di quelli nati dal Welfare: assistente sociale, assistente domiciliare, badante, operatore sociale, lavoro volontario, assicuratore, bidello, insegnante, infermiere, medico, portantino, educatore, pedagogista… Di lavori e lavoratori dell’era digitale: grafico, crowdfunding, webmaster, bloggers, makers, esperti di web marketing e social media marketing, di telelavoro, di call center, di meccatronici, biotecnologi, di nano-medicina, green economy etcc.
Si racconterà, insomma di un mondo che mette insieme tutte queste cose, del paesino e delle città iper-tecnologiche, il cui unico comune denominatore è il rispetto di ciò che si fa e di chi lo fa, sia esso scienziato o ciabattino, purché fatto con cura, diligenza e passione e impegno.
Anche Mopolis, Movimento per la città, un’ Associazione culturale di Siano, darà il proprio contributo alla valorizzazione del lavoro alla vigilia della Festa del lavoro. Ecco il programma!
Si inizierà con una ricerca sulla storia del nostro paese dove il prof. F. Caiazza racconterà del lavoro passato, del lavoro e delle persone che hanno caratterizzato la nostra comunità.
“Mast Giuann o scarpar” ci racconterà della sua passione per il lavoro, che esprime nella lavorazione artigianale delle scarpe fabbricate solo ed esclusivamente dalle sue abili mani.
In un “Viaggio nell’infinitamente piccolo”, tra bosoni e neutrini, ci porterà Sabato Leo, ricercatore presso il Dipartimento di Fisica dell’Università dell’Illinois, che in collegamento via Skype, dagli USA ci racconterà come il suo impegno e la sua passione lo abbiano portato da un paesino della provincia di Salerno ad una prestigiosa Università Americana.
I volti del lavoro sianese, rappresentati in una mostra fotografica da Martino Leo, ci daranno l’opportunità di “guardare in faccia” alcuni protagonisti della storia del nostro paese.
Mentre il lavoro nell’industria conserviera, caratteristica di questo territorio, sarà rappresentato attraverso il lavoro cantato da S. Roscigno e F. Macaluso.
L’amore per il lavoro e i sacrifici per mantenerlo, a volte anche a costo della vita, infine, saranno recitati da G. Navarra, promettente attore teatrale della nostra comunità, attraverso poesie di vari artisti napoletani.

vincenzo moretti

Sociologo e Narratore. Sono nato nel 1955 da Pasquale, muratore e operaio elettrico, e Fiorentina, bracciante agricola e casalinga. Desidero quello che ho e continuo ad avere voglia di cambiare il mondo.

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