Accade solo a Carovilli
di Salvatore Testa e Nadia Falasca
Prima degli anni ’80 a Carovilli, come in tutti i paesi molisani (forse d’Italia) tra i baristi (i ristoranti all’epoca erano pochi) regnava una sorta di concorrenza/odio che ovviamente influiva negativamente anche sulla clientela generando imbarazzo a frequentare più di un bar. (Un aneddoto che esprime al meglio questa condizione è l’acquisto del quotidiano dal collega barista senza guardarsi negli occhi).
Le cose cominciarono a cambiare negli anni ’90 con la nascita di altri due bar nel paese dove il titolare di uno dei due bar era un grande amico del figlio del titolare dell’altra attività in questione: occasione questa per coltivare una bella amicizia sia frequentando a vicenda i loro bar sia quelli degli altri. Qualche anno dopo un altro ragazzo prese in gestione uno dei bar situato nella piazza del paese e anche qui stesso rapporto, stessa amicizia. Nasceva tra i tre amici il patto delle 10.000 lire che venivano spese a turno tra di loro.
Questa bella amicizia tra colleghi e “concorrenti” a fine anni ’90, gli anni in cui si parlava di ‘par condicio’, diede vita a Carovilli alla cosiddetta ‘Bar Condicio‘ che oltre a non creare imbarazzo nei clienti a frequentare altri luoghi senza problemi portava ad una collaborazione e frequentazione reciproca tra colleghi (esiste sempre un collega pronto a darti una mano col suo magazzino in caso di necessità).
Da questa collaborazione allargata poi agli amici ristoratori nascevano eventi (festa della birra, ‘la Barracca’, mercatino sotto le stelle, serate in piazza, ecc…) alcuni dei quali sono arrivati anche ai nostri giorni per culminare poi dal 2013 nella Festa dei Baristi, Ristoratori e Albergatori in nome del Santo Patrono S. Amando di Maastricht (patrono dei baristi).
Sì, accade solo a Carovilli.
L’ha ribloggato su Società Operaia di Carovilli.