Lavori in corso
di Manuela Lozza Speroni
Inizierò con il vocativo, reminiscenze liceali: oh Vincenzo, oh Alessio, oh Santina, oh voi tutti che avete condiviso questa esperienza, grazie!
Ho sentito, e non solo quella sera, tanta, tantissima bella energia: ne sono stata vittima e insieme parte … che figata!
Tutto è partito da un libro, uno come tanti che mi “tocca” leggere per fare un’intervista, “ma questo – mi strizza l’occhio il libraio – secondo me ti piace!”
Mi piace? Questo “Testa, mani e cuore” è stato un trip, poesia di cose che credevo di pensare solo io, semplicità di scene conosciute, e soprattutto racconto, narrazione. Poi è arrivato un signore gigante che fa il sociologo, parla da oratore e ha le mani enormi e gesti secchi da falegname. Poi sono arrivate Santina e le altre, le groupie di Vincenzo le chiamo io. Poi “La tela e il ciliegio”, una voce evocativa e melodiosa, rumore di pietra che va in pezzi. E credo, in quel momento, sia andato in pezzi anche qualcosa di mio, un muro, una barriera tra il sentire un bouquet di ideali e condividerlo con altri.
E poi è arrivata la notte del lavoro narrato, mesi fa. Leggo qualcosa su FB, distrattamente. Penso “Ah, Vincenzo e un suo amico regista fanno questa bella cosa, appena ho un attimo ci guardo”. Poi ci guardo, in effetti, e capisco che Vincenzo mi sta dicendo “sveglia! Puoi farla anche tu!”. “Io? E dove? Come? Invito a casa 4 amici e ci leggiamo qualcosa (e già così sarebbe stato una meraviglia)”. Poi penso alla radio, ci provo, chiedo in giro.
In 4 giorni incasso un sì dopo l’altro, perché tutti appena leggono il progetto entrano nel mio stesso trip, si fanno prendere, vogliono esserci. Allora non sono la solita passionale che si butta a capofitto? Allora non sono un po’ matta? Allora avevamo ragione: in Italia ce n’è davvero tanta di gente che ama il lavoro fatto bene, che ama lavorare bene.
E poi cominciano a presentarmi questo e quello, “perché sai c’ho un amico che 2 anni fa ha lasciato un lavoro della Madonna per fare quello che ama”, “c’è uno che è appena tornato dalle filippine con Medici senza Frontiere”, “2 miei amici si sono laureati in filosofia e adesso fanno gli apicoltori”. Butto giù una scaletta ma faccio fatica a farci stare tutto, insomma, ho già un casino di materiale per il 2015.
E poi una cosa piccola, insignificante, indegna di questo alto sentimento che tutti ci hanno messo quella sera: il 30 aprile, ve la devo proprio dire, io mi sono divertita un casino. A farla, a pensarla, a parlare con la gente, a postare le foto. E perché? Perché l’ho fatto in mezzo a gente come me, che sul lavoro la pensa come la penso io e, molto probabilmente, non solo su quello.
Mamma mia, se in poche settimane (alcuni anche in pochi giorni…) abbiamo fatto questo, cosa possiamo combinare in anno?!!!
#Workinprogress