La stalla di Rosa, again

Caro Vincenzo, ho semplicemente narrato un pezzettino di lavoro che ho scorto nell’atto di accendere la luce…un lavoro che ho visto mentre stava riposando. Partirò da qui, dal quotidiano che narra.
Sicuramente avrò altre cose da inviare … un piccolo accenno su di me e la narrazione di una donna che lavora con i libri.
Rosa Barbato

Non un’immobilità triste è ciò che dovete immaginare, ma un vivo silenzio, quello che respira, quello che diviene vigile quando varchi la porta di questo luogo.
Mi hanno salutato le pecorelle, forse però stranite dall’ora tarda della visita. Gli attrezzi riposti, anch’essi a riposare; le uova della mattina adagiate nei contenitori; la radio spenta; i gatti e i cani di fuori avevano il cibo e l’acqua per la notte.
Spengo la luce, restituisco la notte a quel luogo.
Vado via … penso!
Mi accorgo di aver “ascoltato” il buon lavoro del mattino; ne osservavo il riposo. 

barbato1

vincenzo moretti

Sociologo e Narratore. Sono nato nel 1955 da Pasquale, muratore e operaio elettrico, e Fiorentina, bracciante agricola e casalinga. Desidero quello che ho e continuo ad avere voglia di cambiare il mondo.

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