I capelli di Marzo
di Gennaro Cibelli
Secondo antiche usanze comuni, tagliare i capelli il primo venerdì di marzo li farebbe ricrescere più sani e robusti, evitando così, fastidiosi mal di testa.
La tradizione propiziatoria, ancora molto diffusa anche a Castel San Giorgio e nella Valle dell’Orco, è trasmessa per via orale e osservata in modo speciale per i bambini, alla quale, simbolicamente, può essere anche tagliata una sola ciocca di capelli.
Qualcuno collega questo peculiare rito a quelli della Settimana Santa, altri, invece, alle fasi lunari. Tagliando i capelli con la luna crescente, essi si svilupperanno più celermente rispetto a un taglio eseguito in luna calante che li farà crescere più, lentamente, ma li renderà più folti.
Simile principio era seguito nella tosatura delle greggi.
Gli agricoltori, ancora oggi, regolano in maniera rigorosa le proprie attività, considerando le fasi lunari: seminagione e piantumazioni in luna crescente; raccolto e vinificazione in luna calante.
Per gli antichi le varie influenze della Luna erano ritenute indubbie, tanto è vero che il nostro satellite era valutato come l’unico canale del cielo, in altre parole l’imbuto della natura, come lo denominavano gli alchimisti, attraverso il quale ogni virtù dal cielo avanza sulla Terra.
Oggi, in questo travagliato inizio di terzo millennio dominato da Internet, in quanti si taglierenna la ciocca di capelli? Nessuno, pochi, tanti?
Difficile dirlo, anche se è sempre valido e attuale il detto secondo cui”non è vero, ma ci credo!”. Da qui il suggerimento di tagliarla via comunque la ciocca di capelli, se non altro per non chiudere la porta in faccia alla salute e alla fortuna! Ricordando – spero senza essere accusato di conflitto di interesse -, che i capelli è sempre meglio tagliarli da un professionista, perché “ciò che va quasi bene non va bene”.